Qualche mese fa ho scritto Na’vi, nuova lingua artificiale aliena. Mai avrei immaginato che sarebbe stato il post più letto di questo blog: da quando è uscito il film Avatar in Italia, più di 8000 visualizzazioni solo dai motori di ricerca.
Ecco allora due tre aggiornamenti per chi è incuriosito dall’argomento:
▄ | Questions Answered: Invented Languages, in cui Paul Frommer, ideatore della lingua na’vi, e Arika Okrent, autrice di In the Land of Invented Languages, discutono molteplici aspetti della creazione di lingue artificiali, con vari riferimenti a lingue naturali. |
▄ | The New Klingon in Slate, un articolo di Arika Okrent su come i fan di Avatar si siano organizzati per poter imparare la lingua na’vi e supplire alla mancanza di informazioni complete. |
▄ | Interview with Paul Frommer, intervista in formato podcast e commenti a cura della Language Creation Society [riferimento aggiunto il 14/4/10] |
Nel frattempo sono anche state create risorse in italiano, un bel sollievo per chi vuole imparare il na’vi ma non mastica nessuna lingua a parte la propria: ho scoperto che non sono pochi quelli che dichiarano di non conoscere l’inglese ma sono disposti ad affrontare grammatica, sintassi e fonologia alquanto complesse del na’vi, dedicandovi il tempo che mai hanno speso per qualsiasi altra lingua “reale”. Sono solo io a essere perplessa?
…
Mara:
No, non sei l’unica… ma la notizia la dice lunga sul concetto di motivazione… 😀
Mara
Giuseppe Manuel Brescia:
Giustamente citi il caso del Klingon, che già da un paio di decenni ormai appassiona i nerd di tutto il mondo anglosassone che probabilmente non parlano nessun’altra lingua…
Perplessa è un gentile eufemismo… Come si dice in gergo, questi “stanno come i pazzi”… 😉
Alessandro:
E’ vero… forse “stiamo come i pazzi”… ma chi è più pazzo? chi si “sveglia” ( anche grazie a un semplice film ) un giorno e si accorge che il mondo va a scatafascio,e decide di fare qualche cosa? o chi si limita a osservarlo e giudicarlo pazzo?
ma se per apprezzare la pacifica convivenza e il rispetto per il mondo che ci circonda devo essere etichettato come “pazzo”, allora che sia!
Comunque, parlare solo di lingua inventata per un film ( sebbene tutto sia nato da lì ) non è più corretto ormai.
Avatar ha scatenato sentimenti ed emozioni assai più durature del previsto e con effetti esclusivamente positivi…
se per arrivare al cuore e all’anima della gente serve un film, la sua storia, tanti effetti speciali, perchè no?…
Intanto in italia si è sviluppato il più vasto e complesso sito-forum sull’argomento, talmente ben tenuto e ralizzato da aver attirato perfino l’attenzione di Paul Frommer ( schezosamente chiamato sempul -> padre ) che ha lasciato commenti positivi sul sito stesso e lo ha elencato tra i link sul suo blog personale http://www.naviteri.org
Farci un salto può rivelarsi molto piacevole… anche per chi “pazzo” non è… http://www.avatar-italia.net
vi lascio con un saluto “in lingua”…
Rutxe ma smuk, ayoeti tiving mikyun… fìtsenge nemfa na’viyä txe’lan lu
kiyevame ulte eywa ngahu
Vi prego fratelli, ascoltateci… questo posto è nel cuore del popolo.
Arrivederci e che eywa sia con voi
Giuseppe Manuel Brescia:
Ciao Licia,
Ironia del destino, ho conosciuto Paul Frommer alla conferenza AUSIT di Fremantle, un paio di mesi fa, dove era fra i relatori. Si tratta di una persona di grande intelligenza e competenza linguistica, che si è rivelata disponibilissima ad analizzare, pur senza andarci pesante, il fenomeno di cui hai scritto.
E Frommer stesso ammette che, sì, c’è chi esagera un pochino con l’immedesimazione (vedi il commento precedente, che si commenta da sé per la sua totale estraneità al contesto…) Tuttavia – inevitabilmente – Frommer difende il fenomeno, sostenendo che forse, per quei Na’vi-parlanti che non hanno mai appreso una lingua straniera di questa realtà, possa essere il primo passo di un percorso verso una maggiore attenzione alle lingue straniere… Ovviamente capisco la difficoltà di Frommer, che a questa gente deve parecchio.
In ogni caso, è stato interessante sentire la perplessità strisciante nella sua stessa voce, quando parlava di una conferenza a cui ha partecipato l’anno scorso,che comprendeva una sessione – quella più hardcore – nella quale si sarebbe parlato esclusivamente Na’vi. Paul, inventore della ‘lingua’ (poche centinaia di parole, in realtà) ha scoperto ben presto che quasi tutti parlavano Na’vi assai più fluentemente di lui, che parla lingue di questo universo ma che, a parte i lauti introiti garantiti dalla sua fortunata invenzione, di passare la vita a compilare un dizionario Na’vi non ci pensa nemmeno.
Presto pubblicherò una piccola analisi/resoconto del suo intervento sul blog.
A presto
GMB
Licia:
@ GMB: grazie, leggerò molto volentieri la tua analisi.
Sicuramente un aspetto positivo di tutto questo interesse è una maggiore sensibilità verso altre lingue, che in certi paesi è praticamente assente (mi vengono in mente affermazioni di certi manager americani… da far rabbrividire!!). E se non altro, vista la complessità della lingua na’vi, chi cerca di impararla perlomeno tiene in allenamento il cervello, il che non è poco di questi tempi… 😉