Ho letto in Schott’s Vocab che la Starbucks, la catena di americana di caffè, sta testando un nuovo formato per tè e caffè freddi che corrisponde a 31 once liquide o un quarto di gallone (americano), ovvero circa 900 ml.
Il nuovo formato si chiama trenta, nella tradizione dei nomi italiani o pseudoitaliani amati da Starbucks, come il formato venti, descritto efficacemente qui da Riccardo come un’unità di misura per il caffè del tutto sconosciuta in Italia (direi che la traduzione migliore in italiano potrebbe essere “secchio”, o magari anche “barile”).
È buffo come parole della propria lingua possano perdere il loro significato se adottate in altre lingue, diventando pseudoprestiti, e si debba quindi imparare a reinterpretarle in contesto:
formato Starbucks* | dimensioni | in once | in ml |
tall | small | 12 oz | circa 350 ml |
grande | medium | 16 oz | circa 450 ml |
venti | large | 20 oz per bevande calde, 24 oz per bevande fredde | circa 600 ml circa 700 ml |
trenta | XL | 31 oz | circa 900 ml |
Considerazioni linguistiche a parte, non credo finirò mai di stupirmi delle dimensioni giganti che quasi tutte le cose sembrano avere negli Stati Uniti (ad es. il latte venduto in taniche). Come si fa a ingurgitare tali quantitativi di caffè o tè, considerato che vanno bevuti caldi o freddi e quindi, nonostante i bicchieroni vagamente isolanti, vanno consumati in breve tempo?
striscia Pearls Before Swine
Un altro pseudoprestito che dal lessico di Starbucks si è diffuso rapidamente in quello comune è latte, un beverone caldo che prende il nome dal nostro caffelatte ma è più simile a un latte macchiato. Starbucks ha coniato anche lo pseudoitalianismo frappuccino, una bevanda fredda a base di caffè e altri ingredienti.
Aggiornamento 18 gennaio 2011 – Infografica di National Post per illustrare le dimensioni del nuovo formato, in vendita da oggi in alcuni stati americani (via Corriere della Sera):
* fonte: Starbucks Drinks Simplified (kinda); note sui formati anche in Latte lingo: Raising a pint at Starbucks (Language Log) [aggiornamento 26/1/11: altri commenti in Hoisting a couple of pints at Starbucks, dove si scopre che la concorrenza propone anche il formato Grande Supremo e che un espresso può essere solo, doppio e… trippio!].
Intanto anche in inglese si ironizza sul nome Venti (primo minuto):
Vedi anche:
☕ Come si dice caffè a Trieste? (lessico italiano alternativo)
☕ Bimbos in stilettos eating pepperoni paninis (italianismi “mangerecci” in inglese)
☕ Problemi di conversione e di localizzazione (misure imperiali)
Nuovi post:
☕ Bar, barman e barista (significati diversi in inglese e italiano)
☕ Inglese farlocco: Latte Days (un ibrido itanglese)
Luigi Muzii:
La risposta all’ultima domanda (retorica?) potrebbe spiegare perché Starbucks non ha avuto (pare) nemmeno provato a sbarcare in Italia.
V., al riguardo, http://www.multilingualblog.com/index.php/why-there-is-no-starbucks-in-italy/
Licia:
@ Luigi Muzii: fa sorridere soprattutto se si pensa che l’idea degli Starbucks sarebbe venuta al suo fondatore proprio in Italia (Why Starbucks is not present in Italy?).
Ho letto con piacere il post di Ultan su Multilingual/Blogos, ironico come sempre: mi ha fatto tornare in mente quando era mio collega a Dublino e da bravo irlandese privilegiava contenitori piuttosto voluminosi per caffè e birra, perlomeno rispetto a noi italiani. 🙂