Italian words spread to English language è un breve elenco di prestiti e pseudoprestiti italiani usati in inglese, in particolare nella varietà americana.
Tra gli italianismi gastronomici ne spiccano due che hanno un significato tutto loro: bologna, un insaccato dall’aspetto vagamente simile alla mortadella ma fatto di carne tritata di pollo, tacchino, bovino o anche proteine di soia, e pepperoni (plurale pepperonis), ingrediente tipico sulla pizza (pepperoni pizza) che confonde molti italiani perché non si tratta di verdura bensì di un salume (per aumentare la confusione, i pepperoncini sono invece un tipo di peperoni verdi sottaceto).
Aggiungerei poi panini (plurale paninis), di solito della ciabatta ripiena con ingredienti vari e servita tostata, biscotti (plurale biscottis), simili ai nostri cantuccini, e mostaccioli, che non sono dei dolci natalizi ma la pasta che noi chiamiamo penne lisce. Anche zucchini è singolare, mentre sono diventati maschili linguini e fettuccini. Ci sono anche tonnato, che è la salsa tonnata, e polenta, che è non solo la pietanza ma anche la farina di granoturco. Infine, come è noto, in inglese i confetti non sono commestibili: sono infatti i nostri coriandoli.
Tra i falsi amici non mangerecci ho sempre trovato curioso che in inglese bimbo voglia dire “ragazza attraente ma stupida” (e spesso anche di facili costumi) visto che in origine, all’inizio del secolo scorso, veniva usato per descrivere solo uomini poco intelligenti, mentre ora è associato esclusivamente a giovani donne (che sembrano prediligere i tacchi a spillo, altra parola italiana: stilettos).
Striscia: Pearls Before Swine
Vedi anche: L’italiano nel mondo, per alcuni riferimenti sull’influenza dell’italiano in altre lingue.
Aggiornamento agosto 2011 – Indebted to… Italy (OxfordWords blog) fa una panoramica dettagliata di parole italiane usate in inglese e di parole inglesi con etimologia italiana (non solo per descrivere cibo e musica!). In italiano, un articolo del Portale Treccani: Italianismi in inglese: una storia infinita?.
Nuovi post con nomi di prodotti americani italianeggianti:
♦ Pastachetti, Soffatelli, gelato Boccalone Prosciutto
♦ Falsi amici in cucina: orzo (“awr-zoh”)
Riccardo:
Aggiungerei, dallo starbucchese: “latte”, che non è latte, ma una pallida imitazione del caffè-latte. “Venti”, che non è il numero venti o il plurale di vento, ma un’unità di misura per il caffè del tutto sconosciuta in Italia (direi che la traduzione migliore in italiano potrebbe essere “secchio”, o magari anche “barile”).
Soprattutto un falso amico è “expresso”, particolarmente insidioso dato che apparentemente si dovrebbe riferire alla stessa bevanda del nostro “espresso”.
Basta però portare alle labbra un “expresso” per accorgersi che le due cose non possono essere più diverse: lungi dall’essere una bevanda, infatti, l'”expresso” è evidentemente un sottoprodotto della distillazione del petrolio.
Licia:
@Riccardo, 😀
Non mi piace il caffè ma da Starbucks ho provato del tè Earl Grey che sapeva di lavanda (sembrava di bere dell’ammorbidente!) e mi domando ancora chi mai possa ordinare il loro Earl Grey Tea Latte (pronunciato “là-tei”): tè aromatizzato alla lavanda e bergamotto con sciroppo alla vaniglia, latte e relativa schiuma tipo cappuccino…
Enrico:
Ciao Licia,
vado fuoritema, ma visto che si parla di caffè hai letto anche tu la notizia di questi giorni che il “marocchino” non è politically correct e va chiamato “moretto”? http://salvalingua.blogspot.com/2010/02/moretto.html
Enrico
Licia:
@Enrico: ho visto, e puoi immaginare la mia reazione 😉
Suomitaly:
Blog molto interessante.
In Finlandia ho sentito talvolta usare “latte” per indicare il “caffellatte”.
Licia:
@Suomitaly: grazie, seguo il tuo blog da un po’ e mi piace molto anche perché ho vari amici finlandesi. La mia conoscenza della lingua invece ammonta a kiitos, terve pikkupoika (dal film Night on Earth), Punahilkka e alcune parole finlandesi imparate per caso ma memorizzate facilmente perché suonano come altre italiane ma hanno significato ben diverso 😉
Giuseppe Manuel Brescia:
Ciao Licia,
Mi accodo con un po’ di ritardo a questo interessantissimo post.
Qui in Australia con “mozzarella” intendono una specie di scamorza non affumicata, mentre la mozzarella quella vera la chiamano “bocconcini”, anche quando è grossa come un cuore umano…
Sulla stessa scia, il “romano”, che uno si aspetta essere un falso pecorino, è in realtà fatto con latte vaccino.
Poi, c’è il “gelati” (come per panini, plurale “gelatis”) che molti pensano indichi i sorbetti alla frutta, senza latte.
Usano “focaccia” per indicare le pizze bianche – cosa che, da ligure quale sono, mi manda in bestia.
Ora non me ne vengono altri, ma sono certo di aver tralasciato diverse chicche… Certo è che anche noi italiani facciamo usi abbastanza originali di parole inglesi, prendiamo “footing”, “playback”, “box”, “night”, “fashion” usato come aggettivo…
Basta prenderla in ridere… A presto!
Licia:
@Giuseppe Manuel: grazie per tutti questi esempi!
Samu:
Qui negli USA c’e’ la BRUSCHETTA PIZZA. E’ una pizza con sopra pomodoro fresco a pezzi e basilico o altre erbe che vorrebbe imitare la bruschetta al pomodoro, ma spesso ci sono anche altri ingredienti. Si pronuncia “bruscetta”.