Lo confesso: a casa mia non c’è la TV (o forse dovrei dire il TV, come si sente in certe pubblicità alla radio?) e quindi non sono molto ferrata su cosa viene trasmesso ultimamente, tantomeno sulla qualità del doppiaggio o sulle espressioni che entrano nell’italiano di tutti i giorni direttamente dalla televisione. Su questi argomenti vorrei comunque segnalare un paio di cose che mi è piaciuto leggere:
▄ | “Non ci posso credere…”. L’italiano del doppiaggio televisivo, un articolo dello speciale Fiction in tv: una lingua "seriale" del Portale Treccani sulle interferenze sintattiche, lessicali o fraseologiche prodotte da traduzioni approssimative nel doppiaggio delle fiction americane, ad es. l’abuso di avverbi come assolutamente, costruzioni con l’aggettivo anteposto al sostantivo e calchi impropri come sir = signore. … |
▄ | Le osservazioni di Marco Fisk sul doppiaggio di The West Wing, pieno di errori e falsi amici (esempi qui, qui, qui e qui). … Bonus per chi apprezza le strisce di Dilbert: l’idea di chiamare elboniano traduttore chi produce queste chicche. |
Vedi anche: Parole proibite alla TV americana e [aggiornamento] Il doppiaggese.
…
Vlad:
Quasi non c’è traduzione: l’adattamento dei telefilm è fatto perlopiù col calco. Grissom mette la mostarda sul vruste. Greg trova il silicone nei semiconduttori. Il compleanno si celebra. Quando un passaggio è poco chiaro, basta trascrivere le stesse parole senza desinenza (come farebbe un mio concittadino alla prima esperienza oltre confine: “Scüs, madàm, dùa l’è el cèss?”) e tradurre dall’inglese.
Chi è in grado di fare questo passaggio, tira un sospiro e si procura il materiale con l’audio originale.
@ Vlad:
a proposito di concittadini, aggiungo quella che ho sentito io non in un telefilm ma nella realtà, un romagnolo (mio concittadino) a Barcellona che cercava di comprare “dos ettos de prosciuttos” 😉
Invece, più seriamente: una cosa che mi aveva colpito molto del doppiaggio di certi telefilm che conoscevo in versione originale era il modo in cui in italiano veniva assegnato il tu e il lei nei rapporti tra i vari personaggi, con un abuso del tu dove in inglese il rapporto era invece formale. Mi viene in mente la situazione “ospedale” dove in inglese magari tutti si chiamano per cognome, anche i laureandi tra loro, ma c’è una bella differenza di registro a seconda dei ruoli e trovo fuori luogo che un intern dia del tu a un attending.
Licia
mfisk:
Grazie sentite per le citazioni: sono corso a rileggere tutti i post e a correggere una serie di strafalcioni!
Ha ragioni da vendere Vlad: purtroppo non tutti parlano e soprattutto riescono a comprendere l’inglese a livello di madrelingua, e soprattutto nella serie citata il parlato è così veloce, e spesso anche così tecnico, da rendere oltremodo difficile anche il seguire l’audio originale con sottotitoli.
Devo dire che ora mi diverto ancora di più, dato che ogni episodio lo vedo sia con il parlato doppiato sia rileggendo in parallelo la trascrizione in lingua originale per chiarire i passaggi dubbi!