Post pubblicato il 30 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Schermata di un articolo visto qualche giorno fa sul Corriere della sera online:
Nel frattempo gli errori più vistosi sono stati corretti, ma il giornalista aveva fatto confusione tra eastern (orientale) e Easter (Pasqua) e sul plurale dei sostantivi stranieri (in italiano rimangono invariati), però mi ha fatto venire in mente i tempi in cui i prodotti Microsoft avevano ancora gli Easter egg, il “contenuto nascosto” di alcuni programmi: quelli di Windows 95 e Windows 98 includevano anche i nomi di alcune persone del team di localizzazione di Windows, allora ancora a Dublino, e faceva piacere vedere comparire sullo schermo il nome di amici e colleghi.
Uova di Pasqua, sorprese e differenze culturali
Uno spunto interessante degli Easter egg informatici è vedere come la propria cultura di appartenenza (intesa come un sistema condiviso di conoscenze con cui interpretare la realtà) possa influenzare il significato che si attribuisce a parole straniere che, apparentemente, sono del tutto trasparenti e hanno un perfetto equivalente nella propria lingua.
Non ho mai avuto tra le mani uova di Pasqua americane ma suppongo che non abbiano la sorpresa. L’usanza italiana non è la norma: in Gran Bretagna e Irlanda ma anche in Finlandia e in Germania le uova di Pasqua sono vuote oppure all’interno si trovano caramelle o cioccolatini, ma non giochini o paccottiglia varia come da noi. Non a caso gli ovetti Kinder, idea italiana, all’estero sono stati una novità che ha avuto un gran successo (ma non negli Stati Uniti: la vendita è vietata perché la sorpresa è considerata pericolosa per i bambini che potrebbero inghiottirla o soffocarsi).
Altra differenza: in italiano uovo di Pasqua ormai indica quasi esclusivamente quello di cioccolata, di dimensioni abbastanza rilevanti e confezionato in maniera particolare. Solo la forma plurale, uova di Pasqua, può far pensare anche alle uova di gallina che per tradizione venivano decorate e mangiate il giorno di Pasqua. In inglese, invece, Easter egg descrive ancora soprattutto uova di dimensioni standard, vere e decorate, oppure di zucchero, cioccolata o altro, eventualmente con un ripieno (filling) di creme varie, che in italiano molti di noi chiamerebbero ovetti.
L’analogia usata nel mondo informatico a proposito di Easter egg non fa quindi riferimento alla sorpresa delle uova di Pasqua (significato italiano) ma alla Easter egg hunt, una specie di caccia al tesoro in cui si va alla ricerca di uova (più di una) che sono state nascoste: anche trovare gli Easter egg nel software richiede tempo e un certo sforzo.
Easter egg e metafore informatiche
Ecco così che definire gli Easter egg del software come "sorprese", pensando al contenuto delle uova di Pasqua, è una spiegazione influenzata dalla cultura italiana. Se vogliamo proprio cercare il pelo nell’uovo ;-), non è un’interpretazione del tutto corretta perché usa una metafora diversa da quella originale, ma in questo caso è comunque efficace.
Nuovo post: Conigli di Pasqua, con le tradizioni tipicamente americane dell’Easter bunny e della Easter egg roll.
Elio:
Appena letta su di un forum di discussione (scritto da due italiani):
> […] Too many “Eastern eggs” […]
Yes…. I told you to eat only “Western Eggs”, but you did not listen to me….
and beware also of the Northern and the Southern Eggs…. they can also be dangerous for your health…. 🙂