Post pubblicato il 23 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Ne ho già accennato in un altro post: mi stupisce che chi lavora in radio o televisione non verifichi la pronuncia dei termini stranieri prima di usarli.
Sentito sabato in un giornale radio:
"…giornalisti con /beɪʤ/ ben visibile sul petto".
Beig? Proprio così, faceva rima con l’inglese page. In inglese invece si dice /bædʒ/ e per approssimazione in italiano di solito prevale l’adattamento /bɛdʒ/ sui cui è basato il neologismo beggiare, verbo colloquiale e molto diffuso.
Forse il giornalista intendeva un nuovo tipo di badge di colore beige? 😉 O forse si trattava di un ipercorrettismo. Ma se non si sa pronunciare una parola straniera, perché non usarne una italiana, in questo caso tesserino di riconoscimento, che sarebbe comprensibile da tutti?
Piccola consolazione a proposito di giornali radio RAI: da quando sono diretti da Antonio Caprarica, storico inviato da Londra, perlomeno la pronuncia italiana di privacy non segue più quella americana /’praɪvəsɪ/ ma quella britannica /’prɪvəsɪ/.
Dopotutto siamo in Europa. 🙂
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