Post pubblicato il 13 agosto 2008 in blogs.technet.com/terminologia
OK è la parola più riconoscibile in tutto il mondo e probabilmente l’anglicismo più diffuso nell’italiano parlato. L’origine e la storia della parola sono descritte nel libro OK – The Improbable Story of America’s Greatest Word di Allan Metcalf, che fa risalire l’etimologia a un’abbreviazione di oll korrect, variazione umoristica di “all correct” apparsa in un quotidiano americano nel 1839.
OK è anche una delle stringhe più comuni nelle interfacce del software, dove appare come nome di pulsante.
Anche in informatica OK è un internazionalismo: si ritrova nei prodotti Microsoft localizzati nella maggior parte delle lingue europee con alfabeto latino (ceco, danese, estone, finlandese, francese, irlandese, italiano, maltese, norvegese, olandese, polacco, portoghese, romancio, romeno, slovacco, svedese, tedesco, ungherese) e anche in lingue con alfabeti diversi da quello latino, come ad esempio greco, russo e giapponese.
Ci sono però lingue che hanno scelto altre soluzioni. Alcuni esempi:
basco: | Ados |
catalano: | D’acord |
croato: | U redu |
islandese: | Í lagi |
lettone: | Labi |
lituano: | Gerai |
sloveno: | V redu |
spagnolo: | Aceptar |
turco: | Tamam |
Fonte: stringhe dei prodotti Microsoft, consultabili nel Portale linguistico Microsoft [non più disponibile].
Aggiornamento settembre 2011: In The iPad of Words Metcalf paragona la parola OK all’iPad perché prima che fosse coniata nessuno ne sentiva la necessità, mentre ora non sembra possibile poterne fare a meno. In inglese infatti OK è una parola difficilmente sostituibile perché consente di comunicare di essere d’accordo senza dover esprimere un’opinione o un coinvolgimento emotivo (ma viene usata anche per richiamare l’attenzione di più interlocutori o segnalare che si sta cambiando argomento).