Post pubblicato il 9 dicembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Stiamo lavorando sulla terminologia di Windows 7 e ho notato un ulteriore contesto in cui appare il termine granularity. In italiano verrà confermato granularità, un calco che ha ormai una notevole diffusione.
In vari ambiti, tra cui quello informatico, granularità indica il livello di dettaglio utilizzato per descrivere un’attività o una funzionalità con riferimento alle dimensioni degli elementi che la compongono o che vengono gestiti: si passa dalla granularità grossolana (coarse) per componenti relativamente grandi alla granularità fine (fine) per componenti più piccoli. Il database terminologico Microsoft riporta alcuni esempi nei prodotti Microsoft.
Curioso, invece, che nessuno dei dizionari italiani che ho consultato, anche un paio di edizioni 2009, documenti questo significato che è ormai solo relativamente recente. Se riportato, granularità fa riferimento alle dimensioni dei grani d’argento nell’emulsione fotografica mentre per granulare vengono descritti l’accezione generica "costituito da granelli/granuli" e i significati fotografico e petrografico (relativo alle caratteristiche di alcune rocce).
Per saperne di più sull’origine del termine granularità e sul suo uso, in particolare nell’ambito delle discipline del libro e del documento, il dettagliatissimo saggio Granularità: un percorso di analisi di Maurizio Zani.
Commento di .mau. al post originale:
Io ad esempio avrei preferito "grana grossa/grana fine", anche se ho usato "granularità" come termine generale in quel tipo di contesto.
Mio commento:
@ .mau. In genere, quando introduciamo un nuovo termine nei prodotti italiani ("nuovo" nel senso che non era ancora apparso in altri prodotti) verifichiamo se in italiano, nello stesso ambito o in contesti simili, esista già un termine corrispondente. Se sì, quando possibile cerchiamo di adeguarci perché così chi ha già familiarità con il concetto lo riconoscerà e/o potrà trovare facilmente altre informazioni, anche in materiale non Microsoft. Può quindi capitare di optare per un termine che da un punto di vista terminologico/linguistico non è forse particolarmente felice ma è comunque quello più diffuso ed effettivamente usato da coloro ai quali è destinato il prodotto.
Per concludere: l’aggettivo grossolano non piace particolarmente neanche a me ma ad altri pare proprio di sì 😉