Post pubblicato il 10 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Scrivere per il Web. Quando l’azienda comunica su Internet è un ebook piacevole da leggere e con suggerimenti utili anche per chi non si occupa di comunicazione aziendale.
Viene descritto anche l’uso di E’ (voce del verbo essere a inizio di frase), che molti usano al posto di È perché le maiuscole accentate non sono disponibili da tastiera. È invece preferibile la forma accentata e in Microsoft Office (Word, Outlook, PowerPoint) c’è un modo rapido per inserirla senza ricorrere a comandi da menu.
Forse non tutti lo sanno: basta digitare il carattere è, evidenziarlo e poi premere MAIUSC+F3 (se sono selezionale le opzioni di correzione automatica predefinite, la è minuscola a inizio frase viene comunque convertita automaticamente in È).
In alternativa: ALT+0200 sul tastierino numerico (oppure la combinazione di tasti CTRL+` seguita da seguita da MAIUSC+e), che a inizio frase verrà convertita in È.
A proposito, MAIUSC+F3 è il comando che in Office serve a modificare la combinazione di maiuscole e minuscole nel testo selezionato. Ecco cosa succede utilizzandolo più volte in sequenza:
questo è un esempio (tutto minuscolo)
Questo È Un Esempio (iniziali maiuscole, tipico dei titoli americani)
QUESTO È UN ESEMPIO (tutto maiuscolo)
questo è un esempio (tutto minuscolo)
e così via…
Aggiornamento – Nei dispositivi mobili inserire caratteri con accenti o con altri segni diacritici è molto più semplice: basta tenere premuto il tasto della lettera “semplice” corrispondente per visualizzare le alternative da cui scegliere.
Commento di FrancoZ:
Un articolo veramente interessante. Credo che certe cose come È ed E’ le notino solamente i traduttori professionisti! 🙂 In passato ho lavorato per un quotidiano e la convenzione era di usare E’. Penso che questa convenzione fosse dovuta a ragioni tipografiche. Infatti, basta dare un’occhiata alla forma stampata (cioè, non quella elettronica in rete) di varie testate nazionali per rendersi conto che la forma E’ viene usata praticamente in maniera uniforme, soprattutto nei titoli (probabilmente per evitare lo sconfinamento verticale del carattere). |
Avevo aggiunto:
Grazie Franco. Conosco un tipografo della generazione “pre-computer”. Lavorava per alcune importanti riviste italiane ed è interessantissimo sentire cosa racconta, ad esempio nelle pubblicità era il tipografo a decidere tipo di carattere e corpo del testo, non il pubblicitario, proprio perché c’erano molte limitazioni. Credo però che ora l’uso di apostrofi al posto di accenti sia soprattutto una questione di “vecchie abitudini” (o pigrizia) perché ci sono molti modi diversi per ottenerli senza problemi. |
AlPa:
Un altro sistema, più pratico nel lungo periodo, consiste nell’inserire in correzione automatica la conversione da E’ a È (si fa un po’ più di fatica all’inizio, ma poi tutto diventa semplice e pratico)
Altre due correzioni automatiche che inserisco sono:
<> in » (ne uso anche altre che sono più rare)
(PS: NON sono un traduttore professionsita né un tipografo 😉
AlPa:
Purtroppo l’editor ha mangiato le parti tra minore e maggiore (prendendole come tag): il testo originale era “minore””minore” in “«” e “maggiore””maggiore” in “»”.
Paul:
Io sono un giornalista, perciò ho che fare giornalmente con «è» maiuscole. Come si risolve il problema? Per chi usa Windows come me, con la combinazione di ALT + 212 (da digitare sul tastierino numerico).
C’è da precisare che «E’», benché tollerato, anzi, dilagante sui quotidiani [1], sarebbe la forma apocopata del pronome «ei», adoperata – oramai solo nelle parlate toscane – come soggetto pleonastico.
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[1] Credo ciò sia dovuto, oltre a ragioni tipografiche, al fatto che nella macchina per scrivere non era presente alcuna lettera accentata maiuscola.