Post pubblicato il 17 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Striscia di Dilbert di ieri:
Sono ammirata dalla flessibilità della lingua inglese nel creare nuove parole: la striscia contiene gossipsize, modellata su gossip+downsize (Catbert è il malefico direttore del personale). La trovo un’invenzione linguistica veramente creativa.
Ieri mattina i motori di ricerca non davano nessun risultato per gossipsize. Oggi si conta già qualche pagina e non mi stupirei se prima o poi il termine potesse attecchire e da occasionalismo si trasformasse in un neologismo.
Tutto questo mi ha fatto tornare in mente una conferenza sul crowdsourcing (crowd+oustourcing) a cui ho assistito l’anno scorso. L’autore del termine, Jeff Howe, ne raccontava la genesi (l’articolo The Rise of Crowdsourcing in Wired di giugno 2006) e ne documentava la diffusione proprio con il numero di risultati nei motori di ricerca: da praticamente nessuno prima dell’articolo a centinaia di migliaia nel giro di poche settimane.
E cercando una definizione italiana per crowdsourcing, termine sempre più citato anche in italiano, ho fatto una curiosa scoperta: nell’archivio del Corriere della Sera c’è un articolo, E dopo l’outsourcing venne il crowdsourcing, la cui data precede di un mese quello di Jeff Howe (maggio 2006).