Attenzione alle spalle…

Post pubblicato il 7 aprile 2008 in blogs.technet.com/terminologia

Il tipo di account (standard o amministratore) con cui si accede a Windows determina il tipo di operazioni che si possono eseguire. Il Controllo account utente è una funzionalità di protezione di Windows Vista che, prima di effettuare azioni potenzialmente dannose, richiede agli utenti standard di fornire credenziali di amministratore; non è necessario disconnettersi da Windows e riaccedere: basta inserire la password di amministratore o farlo fare a un’altra persona. In inglese la seconda opzione viene definita Over The Shoulder (OTS):

The “Over the Shoulder” name comes from the scenario where the parentally controlled child asks Mom to complete the task of installing software by typing in her credentials “over the shoulder.” In the OTS scenario, Mom does not have to switch to her logon account to accomplish the task.

Di solito la creatività linguistica americana mi diverte molto ma in questo caso non riesco ad apprezzarla del tutto. Si tratta comunque di un termine interessante per accennare ad alcuni aspetti del lavoro terminologico.

Come sempre, e soprattutto con termini "figurati" come questo, si inizia analizzando l’uso in inglese. In questo caso era stato facile stabilire che eventuali riferimenti al termine cinematografico OTS (un tipo di inquadratura, in italiano di spalle o di quinta) erano casuali; il termine non era ancora documentato in contesti simili e quindi si poteva considerare un neologismo; in Windows Vista appariva solo in documenti tecnici e mai in materiale destinato all’utente finale; la forma abbreviata era più frequente.

Per localizzare un neologismo ci sono varie strategie; tra le più comuni:

1 – tradurre letteralmente (se la metafora è riproducibile); 

2 – ricreare un neologismo nella lingua d’arrivo (per evidenziare l’unicità del concetto);

3 – usare un’espressione descrittiva (per rendere il concetto subito intuibile);

4 – ricorrere al termine originale.

In italiano è stato scelto il prestito (4), privilegiando la forma abbreviata: anche se viene persa l’efficacia del termine figurato originale e c’è un potenziale impatto sulla curva di apprendimento (OTS non è trasparente ed è più difficile da memorizzare), si tratta comunque di una scelta "orientata all’utente", in questo caso l’utente tecnico che preferisce questo tipo di soluzione, trova piena corrispondenza tra le due lingue e viene facilitato nella consultazione di informazioni non tradotte.

E le altre lingue? Alcune hanno mantenuto il termine originale, altre, come il tedesco, hanno potuto proporre una traduzione letterale e altre ancora hanno trovato soluzioni ad hoc. Non esiste infatti una regola generale: ogni termine è unico.

Commento di odamiani:

Bello questo post, mi ha dato l’impressione di un backstage su come vengono prese certe scelte…grande!    Nello specifico volevo provare con questa riflessione "a voce alta": il prestito mi sembra spesso una buona soluzione (se non davvero l’unica) anche perchè ho l’impressione che gli inglesi (o americani) abbiano questa tendenza a creare dei modi di dire che sicuramente rendono l’idea senza essere ridicoli.    Immaginarsi in italiano una feature che si chiami "dietro le spalle" è per metà inquietante e per metà ironica.    Sarà forse la ricchezza di significanti nella lingua italiana?

Mio commento:

La flessibilità dell’inglese è davvero incredibile, ad es. la facilità con cui i sostantivi diventano verbi o la naturalezza con cui termini colloquiali vengono usati in contesti molto specifici.  Una difficoltà aggiuntiva per chi traduce è riuscire a identificare tutte le connotazioni associate al termine inglese e decidere quali vanno riprodotte nella lingua di arrivo e quali è accettabile perdere, come pure fare attenzione a non scegliere un termine italiano che involontariamente aggiunga connotazioni non volute. Effettivamente il prestito è spesso la scelta più sicura.